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«Angelo Rullini, soprannominando la generazione futura, "Figli di Marte", ci pone di fronte ad un amaro quesito facendoci riflettere profondamente e con amarezza, visto il mondo in cui viviamo: Cosa sarà dei nostri figli? Il poeta evidenzia come l'uomo, nonostante gli sbagli passati, non abbia imparato la lezione del "giusto vivere". A cosa sono servite le ceneri del campo di concentramento di Auschwitz? "Cosa diranno i figli di Marte delle follie che sorvolano i cieli tenebrosi dove le primavere colorate restano sogni". Il caos è sul pianeta Terra. La verità è come dice Angelo. L'unica cosa che rimane da fare è "raccontare loro dei Beatles" e del "rosso tramonto di Ortigia".» (Carmela Monteleone)